Reggio Calabria :Chiesa di San Paolo
La Chiesa presenta una facciata romanica, con tre portali di bronzo. Il portone centrale del Gismondi rappresenta la vita di […]
La Chiesa presenta una facciata romanica, con tre portali di bronzo. Il portone centrale del Gismondi rappresenta la vita di San Paolo, mentre i portoni di destra e di sinistra, di Nunzio Bibbò, raffigurano rispettivamente la “Porta del Male” e la “Porta del Bene”. Le nove nicchie ospitano mosaici che raffigurano San Luca, San Giovanni Crisostomo, Sant’Agostino, San Paolo, e ai lati Socrate, Platone, Aristotele, Cicerone, Virgilio e Seneca. Nei cerchi si riconoscono le immagini di Alessandro Magno e Giulio Cesare.
Sul sagrato vi è la statua di San Paolo. L’interno ospita 500 metri quadri di mosaici, opera in parte di Nunzio Bava. Nell’abside è raffigurato il trionfo di Gesù seduto sul trono, con ai lati Paolo, Stefano da Nicea e gli angeli. Sulle colonne della navata centrale sono raffigurati vari episodi della vita di Cristo, parabole e ben 36 figure di patriarchi. Sulla balaustra vi sono 4 angeli del Correale: l’Angelo del mistero, della fiamma, della meditazione e dell’annunzio. La fonte battesimale è di Nicola Berti, autore anche dei due angeli e dei quattro pannelli dedicati a San Paolo.
La Chiesa ospita il piccolo museo di San Paolo, con una pinacoteca e una raccolta di oggetti sacri. Il museo, che nasce grazie alla passione di Mons. Gangemi, conserva un vero tesoro, oggetti e arredi sacri e ospita una pinacoteca e una raccolta di 180 icone di varie epoche; alcune, rarissime, sono la testimonianza dei secoli di presenza ortodossa nel Sud. Provengono dalla Grecia, dalla Russia, dai Balcani e dalla Calabria. Di notevole importanza sono l’icona con la Madonna e il Bambino, quella con San Gerasimo e quella russa con il calendario e la rappresentazione dei 30 santi, giorno per giorno.
Tra gli argenti disposti nella sala centrale, di particolare rilievo sono un cofanetto del 1776, in stile orientale, reliquiario donato a Dio dal re Carlo di Borbone e 40 calici, tra i quali alcuni di Filippo e Pietro Juvarra, 26 incensieri e 18 ostensori. La pinacoteca conserva invece una tavola attribuita da alcuni ad Antonello da Messina, altri invece sostengono che sia di un autore ignoto del XV secolo. L’opera rappresenta San Michele che uccide il drago. Tra le altre opere da notare, una tavola del 1491 raffigurante la Vergine e attribuita a Cima da Conegliano. Bellissime anche le altre 100 opere custodite nel museo.