Morto Totò Riina: il boss di Cosa Nostra era in coma farmacologico da giorni
E’ morto nella notte, alle 03:37, nel reparto detenuti dell’ospedale di Parma, il boss mafioso Totò Riina, in coma farmacologico da diversi giorni.
Le sue condizioni erano peggiorate dopo l’ultimo intervento chirurgico subito: dopo essere entrato in coma farmacologico, non si è più risvegliato.
Ieri lo hanno raggiunto a Parma la moglie e la figlia, dopo l’autorizzazione giunta dal ministro della Giustizia Andrea Orlando che gli ha consentito di visitare il congiunto. L’altro figlio, Salvo, che ieri ha scritto un post su Facebook in cui augurava buon compleanno al padre per i suoi 87 anni, dovrebbe arrivare oggi stesso. Un altro figlio, Giovanni, sta scontando una pena all’ergastolo.
Una vita all’insegna della violenza, quella di Totò Riina, e della latitanza, vissuta sempre, o quasi, con la sua famiglia. Fino al giorno del suo arresto, in via Bernini, in una fredda giornata invernale, il 15 gennaio 1993.
Riina, per gli inquirenti, nonostante la detenzione al 41 bis da 24 anni, era ancora il capo di Cosa nostra.
Era malato da anni, ma negli ultimi tempi le sue condizioni erano peggiorate tanto da indurre i legali a chiedere un differimento di pena per motivi di salute: istanza respinta dal tribunale di Sorveglianza di Bologna.
Stava scontando 26 condanne all’ergastolo per decine di omicidi e stragi tra le quali quella di viale Lazio, gli attentati del ’92 in cui persero la vita Falcone e Borsellino e quelli del ’93.
Mai avuto un cenno di pentimento: solo tre anni fa, parlando con un co-detenuto, si vantava dell’omicidio di Falcone e continuava a minacciare di morte i magistrati
’ultimo processo a suo carico, ancora in corso, era quello sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.