20 mila bottiglie di Novello Calabrese
E’ scoccata anche quest’anno, in Calabria, l’ora del vino novello. Sono 20 mila nella regione, secondo Coldiretti, le bottiglie messe in vendita sugli scaffali di enoteche e supermercati per l’annata 2016.
Il “deblocage”, ovvero lo sblocco, come si definisce in gergo, è stato anticipato – in base alle disposizioni contenute in un decreto del Ministero delle Politiche agricole – di quasi tre settimane rispetto allo storico concorrente “Beaujolais nouveau” francese.
“La qualità si prevede buona – evidenzia la Coldiretti – ma la produzione risulta in calo rispetto al passato. Il vino da bere giovane, anche se apprezzato come prima produzione enologica dell’anno, ha un po’ perso dunque lo smalto del passato perché legato troppo anche alla stagionalità. All’ origine del fenomeno – sempre a giudizio degli esperti dell’organizzazione agricola – c’è una serie di fattori, a partire da un consumo troppo corto, che deve avvenire nell’arco dei prossimi 6 mesi e poi la tecnica di produzione, la macerazione carbonica, che è più costosa di circa il 20 per cento rispetto a quelle tradizionali. Ma gli stessi vitigni che negli anni passati rappresentavano la base del novello vengono oggi spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per gli aperitivi, ma che non presentano problemi di durata”.
A disposizione di quanti – amanti del “bere bene” o semplici consumatori che attendono questo momento che caratterizza l’autunno – ci sarà in ogni caso un quantitativo minore di bottiglie. “Leggero, con bassa gradazione (11 gradi) e bouquet aromatico, il novello – proseguono gli esperti della Coldiretti calabrese – viene consumato soprattutto in abbinamento con i prodotti del periodo come le caldarroste e ironia della sorte a mancare quest’autunno saranno anche le castagne italiane con il crollo del raccolto”.
A conforto di quanti sono pronti a rispettare il rito annuale del novello c’è, tuttavia, almeno la consolazione che i prezzi di vendita sono rimasti invariati rispetto allo scorso anno. Il fenomeno del vino da bere giovane è nato negli anni Cinquanta in Francia nella regione Beaujolais e si fonda su un metodo di vinificazione molto diverso da quello tradizionale. Le uve del novello, infatti, non vengono pigiate e successivamente fermentate come nel caso dei vini tradizionali, ma viene invece effettuata la fermentazione direttamente con gli acini interi in modo che solo una piccola parte degli zuccheri presenti si trasformi in alcool, conferendo al vino il caratteristico gusto amabile e fruttato.
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